venerdì 6 aprile 2012

Itaca come Piazzaga

È stata dura ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Siamo riusciti a fuggire e a raggiungere Piazzaga indenni.
 Come Ulisse abbiamo dovuto affrontare mille prove.

Alessandro è stato rinchiuso nella Mina Gerais, in compagnia di Polifemo, dopo mille peripezie è riuscito a sfuggire, facendolo ubriacare di Caipirinha e lasciando in cambio della propria vita il suo Ipod.


Katia, in cerca di un santone sulla pericolosa Isla Mujeres, ha incontrato invece la maga Circe, che non la ha tramutata in maiale, ma la trasformata da vegetariana a onnivora, ora addenta qualsiasi cosa le si lanci, dalla pasta cruda al brasato.


Io sono stata in balia dalle correnti scatenate dall’Oltra dei Venti, sono stata spinta da Venice Beach a Playa del Este, sopravvivendo alla puntura di un Mostro Marino, la Pinche Manta Raja.
Come nell’Ulisse di Joyce i viaggi ci fanno costruire un’identità, arricchendoci delle diversità con cui entriamo in contatto o come dice Guccini siamo dei montanari spinti dall’ avventura a cercare qualcosa fino all’estremo spazio conosciuto, o semplicemente come la sonda Ulysses osserviamo il sole, con la speranza che splenda sempre nei week end, con un occhio a 3Bmeteo e uno alla finestra.

Home, is where I want to be, But I guess I'm already there
I come home, she lifted up her wings
Guess that this must be the place...(Talking heads )

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