17 maggio 2011 Qui la sveglia da ansia da prestazione suona alle sette, ma per la paranoia, alle 6 siamo già in giro per la casa (chiamata da noi il dormitorio) pensando io alle modifiche da fare ai dolci, Katia in ansia per i gerani, che tra l’altro ha tentato di affogare di concime e con altre tecniche più volte. Secondo me non è vero che faceva la fiorista, io invece penso che andasse nei ristoranti di Lugano a vendere le rose come gli indiani, in effetti un po’ indiana dentro lei lo è: sposta i vermi quando zappa l’orto e quando le parli gli si forma una nuvoletta con i suoi pensieri e ciondola la testa… E poi c’è l ‘Ale il quale invece riflette se mettere o no i chiodi di garofano nel brasato. Il brasato, appunto, è stato un argomento delle nostri notti insonni, la questione è se farlo brasatoso tipo maschio camionista italiano, grezzo e rude che picchia per la sua donna e a volte gli molla anche un ceffone, oppure un po’ più giocatore di Rugby, bello e forte, dal collo taurino, che magari va anche in India e ascolta Tom Waits. Io preferisco il secondo, non solo riguardo il brasato, ma si sa qui tra i Monti e i laghi la gente è maschia, quindi lo proporremo secondo le tradizione e se mentre lo si mangia esce un rutto fa tutto parte del pacchetto. Piano piano questa ansia da prestazione sta calando, noi stiamo prendendo confidenza e presto saremo delle macchine da guerra pronte a sfamare le migliaia (speriamo) di gitaioli affaticati che capiteranno al crotto, per il momento abbiamo inaugurato con tanto di uragano post aperitivo, ma questo lo racconteremo poi. Veronica |
giovedì 5 aprile 2012
Ansia da prestazione
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